La fase finale del Cleanliness test, che io chiamo “il dopo di Pulikom”, si riferisce sul come interpretare i risultati del test di contaminazione.
E’ normalmente la fase che interessa chi si occupa di garantire la qualità di componentistica automotive, medicale, elettronica, macchine agricole e movimento terra.
Ciò che normalmente un responsabile assicurazione qualità vuole sapere è se i suoi prodotti superano oppure no il cleanliness test e se può apporre il famigerato marchio verde “Approved” sui campioni da spedire al cliente.
Prima pero ho bisogno di parlarti del percorso in cui si sviluppa il test di contaminazione.
Come si sviluppa il test di contaminazione
Il test di contaminazione si sviluppa in tre fasi distinte:
- il prima
- il durante
- il dopo
PuliKom è il metodo studiato nei laboratori prove materiali MotivexLab di Torino per darti supporto in tutte e tre le fasi.

Il prima del test di contaminazione
Cioè il PRIMA, la fase di campionamento dei particolari da sottoporre al technical cleanliness test, l’imballaggio e la manipolazione.
Scrivi a laboratorio@motivexlab.com o telefona allo 011 9370516 per chiedere al tuo Assitente Tecnico Personale come devi fare per spedire i campioni al laboratorio, quanti mandarne, come imballarli.
Il durante del test di contaminazione
La fase che io chiamo del DURANTE è la prova di pulizia vera e propria e consiste nell’estrazione, nell’essiccazione e nell’ispezione del particolato, cioè dell’insieme di particelle presenti sui tuoi campioni e che deve essere estratto ed analizzato.
Anche in questo caso i tecnici esperti di PuliKom ti possono fornire tutti i chiarimenti di cui hai bisogno per valutare qual è il metodo di prova più adatto alle tue esigenze.
In questo video puoi trovare una panoramica di come si svolge la prova di pulizia.
Il dopo del test di contaminazione
Infine c’è la fase del DOPO, che è quella della redazione del report e della valutazione dei risultati della prova di pulizia.
Le prove di pulizia (cleanliness of component) prevedono, come risultato, di fornire il peso dei contaminanti e la loro distribuzione sulla base della dimensione delle particelle.
Risultati della prova di pulizia sul report e criteri di accettabilità
Vediamo in modo semplice, come vengono riportati i risultati della prova di pulizia sul report, che con PuliKom puoi avere sulla tua scrivania entro 24 ore, e quali sono i criteri di accettabilità.
Le norme di riferimento sono la VDA 19 e la ISO 16232.
In genere tutti gli altri standard, anche proprietari delle case costruttrici di automobili, di apparecchiature medicali, di macchine agricole e movimento terra , derivano da queste norme per l’espressione dei risultati, con la differenza che le norme internazionali non contengono alcun requisito specifico sui risultati della prova e la conformità dei valori, mentre le norme proprietarie quasi sempre contengono i requisiti di conformità.
Un altro caso può essere che il requisito sia contenuto direttamente nel disegno del componente; in questa situazione sul disegno viene riportato il metodo da seguire per l’estrazione del contaminante (che può essere una norma internazionale oppure un metodo proprietario) e i requisiti riguardanti la gravimetria, il conteggio e l’analisi dimensionale delle particelle.
Cos’è la Gravimetria
La gravimetria è il peso del contaminante (delle particelle) raccolte sul filtro dopo l’operazione di estrazione e filtraggio del liquido di lavaggio.
Viene solitamente espressa in milligrammi (mg) e rapportata al singolo pezzo, oppure più spesso alla superficie o al volume del componente in esame. Nel caso del risultato gravimetrico espresso per componente, si divide semplicemente il peso delle particelle raccolte sul filtro (differenza di peso tra filtro a nuovo e dopo filtrazione – asciugatura) e lo si divide per il numero di particolari sottoposti a prova, se maggiore di 1.
In alternativa, come ti dicevo, è più probabile che venga richiesto un risultato riferito ad una superficie convenzionale (1000 cm2) oppure ad un volume convenzionale (100 cm3).
In questo caso è importante fornire la superficie bagnata (wetted surface) o volume bagnato (wetted volume) del componente, in modo da poterla rapportare alla superficie o volume convenzionale.
In altre parole, quando consegni i campioni al laboratorio per il test di contaminazione, dovrai anche fornire l’indicazione della superficie o del volume del campione, che solitamente è riportato sul disegno tecnico.
Il risultato gravimetrico avrà dunque la seguente forma:
XX mg/1000 cm2 oppure XX mg/100 cm3.
Come eseguire il conteggio del particolato
Per quanto riguarda le particelle, si esegue un conteggio sulla base della loro dimensione.
Il risultato sarà quindi una distribuzione del particolato, che convenzionalmente viene descritta suddividendo le particelle in classi dimensionali (size class), rappresentate da una lettera da B a N, associate ad un livello di contaminazione (contamination level) espresso mediante un numero da 00 a 24. Il numero del contamination level è un intervallo che indica il numero di particelle conteggiate in una determinata classe dimensionale.
Ho chiesto al Responsabile delle Prove di MotivexLab che utilizza il metodo PuliKom, di aiutarmi a chiarire meglio questo discorso, che ti sembrerà complicato, ma in realtà è davvero molto semplice una volta capita la logica.
Ecco cosa dice il tecnico di laboratorio esperto nel cleanliness test:
“Ieri ho eseguito una prova di pulizia su un componente con superficie bagnata pari a 297 cm2, che ha mostrato, nella classe dimensionale J (dimensione particelle comprese tra 600 e 1000 µm) la presenza di 2 particelle. Rapportato alla superficie convenzionale di 1000 cm2, saranno 6,7 particelle per 1000 cm2. Quindi il livello di pulizia per la classe dimensionale J è pari a 3.
E così via per tutte le altre classi dimensionali.”
La norma ISO 16232 prevede un risultato sintetico che si basa sul codice CCC (component cleanliness code). Questo codice è semplicemente una successione alfanumerica che associa ad ogni classe dimensionale il suo livello di pulizia, preceduto da una lettera che indica se il codice si riferisce alla superficie convenzionale di 1000 cm2 (lettera A) oppure al volume convenzionale di 100 cm3 (lettera V).
A volte il disegno o la specifica proprietaria richiedono la sola valutazione della particella più grande. In questo caso il risultato indicherà semplicemente la dimensione della particella più grande riscontrata sul filtro.
Come si fa a stabilire se il risultato è conforme?
Come ti anticipavo prima, le norme internazionali non prevedono requisiti ma spiegano solo come fare la prova ed esprimere i risultati.
I requisiti sono indicati o nella norma proprietaria del cliente oppure sul disegno.
Visto che è importante avere in anticipo tutte le informazioni riguardanti i requisiti, poiché da essi dipendono l’impostazione del test e la valutazione dei risultati (tipo di lavaggio, determinazione della particella più grande piuttosto che classe dimensionale inferiore da cui iniziare il conteggio), nella fase del PRIMA, PuliKom ha creato un sistema sicuro per aiutarti a fornire tutti i dati che servono.
In questo modo si procederà velocemente, e quando dico velocemente intendo entro 24 ore, a determinare se i campioni che hai mandato al laboratorio per effettuare il test di pulizia e analisi del particolato è conforme oppure no e se puoi spedire la tua merce al cliente senza rischiare reclami e contenziosi per non conformità.
In questo articolo ho approfondito il tema dell’interpretazione dei risultati di prova e dei criteri di accettabilità della prova di pulizia.
Potrai diffondere queste informazioni ai tuoi colleghi o al tuo capo, mostrando tutta la tua competenza, se però hai ancora qualche dubbio, contatta gli esperti PuliKom e avrai tutte le risposte che ti servono.
Il numero da chiamare è 011 9370516 oppure puoi scrivere a laboratorio@motivexlab.com.